Disordini

— L’ufficiale delle guardie addetto alla zona est, ha riferito di alcuni segni di disordine. Afferma si stiano formando gruppi che incitano, con mezzi non controllabili per via telematica, alla rivolta. Chi è colto in flagranza di reato, viene catturato e in segreto deportato. Purtroppo i cloni per via del poco tempo a disposizione, vengono mal addestrati e, ai loro parenti più stretti, non sfuggono le differenze di alcuni atteggiamenti. La notizia dell’ultimo pulitore ucciso al night del cinese, non sappiamo come, si è estesa a macchia d’olio.

L’ologramma al centro della stanza, frigge come l’immagine in un vecchio televisore. Le parole del cancelliere transitano dentro la testa del sindaco, senza lasciare traccia. Altri pensieri, campeggiano nella sua mente.

— Mi stai ascoltando Desmond? — Tuona il cancelliere.
— Sì, signore. — Risponde l’uomo scuotendosi.
— Basta fallimenti!

L’immagine si dissolve e Desmond, si lascia cadere all’indietro sulla poltrona. Il modulo vocale si attiva.

— Chiamata per lei, da Ghoul Womb.

Il sindaco scatta in piedi.

— Accetta!

Una voce che lui conosce bene, echeggia nell’ufficio.

— Sono Delroy.
— Hai notizie?
— Una volta fuggiti dalla tana del monaco, è scappato.
— Dove?
— Credo, al covo di Hui.
— Dannazione! — sbotta il sindaco a bassa voce, sbattendo forte il pugno sulla scrivania.
— Cosa?
— Ieri notte, qualcuno ha fatto secco un pulitore in quel locale, una guardia è stata uccisa davanti all’entrata. La notizia dilaga in tutta la zona est e non arriva a Ghoul Womb? Feng?
— E’ alla sua postazione.
— Mettilo in comunicazione. Privata!

Il modulo vocale gracchia.

— Sono Feng.
— Se succederà qualche cosa al ragazzo, ce l’avrai sulla coscienza.
— Cosa ti fa più paura, Desmond? Che lui venga ucciso? O che scopra la verità?

Segue un lungo silenzio. Quando riprende, il sindaco lo fa con tono flemmatico.

— Feng, per l’amor di Dio.
— E’ deciso. Difficile fermarlo. Forse deve andare così.
— Se lo pensi, digliela tu, la verità.
— Al posto suo, mi crederesti?

Ancora silenzio.

— No! Certo che no.
— Non corri nessun rischio.
— Nessun rischio? Se finisce tra le grinfie del cancelliere e parla, va tutto a farsi fottere.
— Arrestalo. Rafforzerai l’idea negativa che si è fatta su di te e impedirai che lo prenda il cancelliere.
— Ha! Arrestarlo. Quello è un diavolo scatenato e per di più, motivato. Chaesar, ha rinchiuso la sua donna nella tana di Devereux. Come se non bastasse, tu, gli hai servito su un piatto d’argento, tutti i nomi dei membri del vecchio consiglio.
— In fondo, è questo che speriamo tutti, che il ragazzo ricordi.

Un altro intervallo silenzioso.

— In qualche modo, lo catturerò prima di Chaesar.

Un click, poi il ronzare del modulo vocale, indica che Desmond ha chiuso la comunicazione. Feng lascia il modulo attivo ancora per un po’, ipnotizzato dal ronzio e immerso in chissà quali pensieri. Il torpore si dissolve quando sente un secondo click. Lancia uno sguardo a Delroy. Gli occhi socchiusi del ragazzo sono fissi su di lui. Il cinese lo ignora e spegne il comunicatore. Riprende, come se niente fosse a fare quello che stava facendo, prima che venisse interrotto.​