Il cilindro di Otto

Neuschwabenland, Antartide, Base Neumayer, 7 maggio 1944.

L’immagine dei brandelli di corpo del giovane Karl, sparsi qua e là sul pavimento del laboratorio, a distanza di un anno dall’incidente, ancora vive nella mente di Otto. I progressi compiuti da quel giorno sono più che soddisfacenti, merito anche della nuova organizzazione scientifica nella quale è stato trasferito, dopo il fallimento a Neumarkt. Assieme ai nuovi collaboratori, ha analizzato ogni dettaglio dell’esperimento, fino a scoprire le cause, che hanno prodotto i vapori infiammabili all’interno dei serbatoi, i quali poi, hanno innescato le conseguenti esplosioni.

— Professor Otto siamo pronti.

Otto osserva la superficie del grande cilindro, così liscia e perfetta. Labbra socchiuse, pugni stretti.

— I serbatoi sono carichi. Aspettiamo un suo ordine, professore.

L’uomo sbuffa. Sforzandosi di mantenere ferma la voce, comincia a dettare le procedure.

— Attivate il flusso dal primo serbatoio, ma aspettate il mio ordine per mescolare i serbatoi.
— Flusso attivato!

Otto osserva Il liquido colorato che scende lento, lungo il tubo di vetro, dal primo serbatoio verso il secondo. Si sente come un cacciatore quando sta per esplodere il colpo letale. Le labbra, si muovono a rallentatore.

— Ancora… Ancora un altro po’… Mescolate!

Il liquido inverte il flusso, seguito da un altro fluido di colore rosso vivo, che esce da un secondo serbatoio. Entrambi affluiscono poi verso un terzo. Prima i colori si distinguono nitidi, poi si mischiano l’un l’altro e assumono un piatto colore violaceo. Otto sente un brivido gelido scivolargli lungo la schiena, le guance prendono fuoco e il cuore martella da sotto il camice. Si volta verso l’uomo più lontano.

— Livello nel terzo serbatoio?
— E’ circa trenta centimetri sotto il limite di sicurezza, sta salendo lentamente. Aspetti!
— Che c’è?
— Ha accelerato. E’ arrivato a soli sedici centimetri dal limite.
Le unghie delle mani di Otto comprimono i palmi. Guarda l’uomo accanto a lui.
— Quanto liquido contiene il secondo serbatoio?
— Quasi terminato, professore. Ancora diciotto litri.
— Terzo serbatoio. Livello attuale e tempi precisi.
— Undici centimetri. Cresce di circa un centimetro ogni minuto e mezzo.

Otto guarda fluire il liquido violaceo.

— Pressione all’interno?
— Oltre la soglia di sicurezza. Serbatoio pieno, livello oltre il limite.
— Secondo serbatoio?
— Un litro.
— Terzo serbatoio oltre al limite di tre centimetri. La pressione continua a salire. “Scheisse” Esploderà!
— Secondo serbatoio vuoto.
— Livello terzo serbatoio ancora in salita. Pressione in costante aumento… Un momento. Si sta fermando. Il livello è stabile quattro virgola sette centimetri oltre il limite di sicurezza.
— Pressione?
— La pressione sta diminuendo… si sta stabilizzando.

Un energia irrefrenabile assale Otto. Non fa caso al rimbombo delle voci che esultano. Grida:

— Date energia.

Un numero considerevole di leve vengono azionate una dopo l’altra. Il cilindro prende a ruotare su se stesso in senso orario. Una luce bluastra investe l’ambiente. Otto distoglie lo sguardo, accosta il palmo della mano alla fronte, con il pollice e l’indice, che appoggiano sulle sopracciglia. Senza abbassare la protezione guarda il cilindro. Vibra a una velocità incredibile, ma sono vibrazioni delicate, leggere come una foglia mossa dal vento. Il sibilo emesso è una colonna sonora che accompagna il movimento rotatorio. Si guarda attorno e vede gli sguardi ammirati dei colleghi. Tutti sono rapiti dallo spettacolo che produce il cilindro. Otto urla:

— Aumentate!

Gli uomini in camice si affrettano a raggiungere le leve poste all’altro lato della stanza. Quando le azionano, le vibrazioni aumentano e la velocità di rotazione, subisce un notevole incremento. Grazie alla parete liscia e lucida, il cilindro non incontra nessun attrito e a distanza così ravvicinata, sembra fermo. Otto si rivolge a un collaboratore vicino alla porta che da all’esterno.

— Vai a chiamare l’ufficiale supervisore.

L’ufficiale non si fa aspettare. Irrompe nella stanza con alle spalle il messaggero inviato dal professore. Saluta, distendendo il braccio destro, con un angolo perfetto di 45 gradi e il palmo aperto rivolto verso il basso. Il professore ricambia con un sorriso appena accennato. Il militare, socchiude appena gli occhi e guarda il cilindro.

— Non avevamo dubbi sull’esito delle sue ricerche, professore. Termini l’esperimento.

Otto abbassa lento un braccio, lo solleva. Gli uomini, già in posizione, fanno fare un ulteriore scatto alle leve.
Un assordante sibilo, costringe tutti a proteggersi come possono le orecchie. Poi il rumore si smorza. Il cilindro è scomparso, al suo posto, un intenso perpetuo balenio circolare di luce blu, che galleggia orizzontale, a qualche centimetro dal pavimento.​