I

Il posto migliore per nascondere qualsiasi cosa è in piena vista.
(Edgar Allan Poe, La lettera rubata)

Il lampionaio alza il bastone e la luce brillante del gas di carbone, si propaga fino a raggiungere una finestra al secondo piano del 221 di Baker street. All’interno due uomini conversano amichevolmente ma il solerte lavoratore, neppure li sente. Abbassa l’attrezzo e s’incammina verso il lampione successivo.

– Questo disegno abbozzato, e fine.

L’uomo appoggiò la lettera, aspirò dalla pipa, trattenne il fumo e lo rilasciò, attendendo una risposta da parte del suo interlocutore.

– Non lo so. Di stranezze ne ho viste e sentite tante … 

Il fornellino della pipa si riaccese.

– Dopo il caso delle ombre, si meraviglia ancora?

– Si trattava di una setta di cospiratori, che miravano alla testa della regina.

Il detective resta muto a contemplare il fumo che gli esce dalle labbra.

– Andiamo Holmes, quale cospiratore, e con quale pretesto invierebbe una lettera anonima di quel genere, a un uomo razionale come lei.

L’altro stacca il bocchino dalle labbra e nella nuvola di fumo, s’intravede a malapena il naso aquilino.

– Una mente perversa e geniale.

Watson sporge il busto in avanti.

– Prego?

– Mi dica dottore, come reagirebbe un uomo razionale come me, a questa lettera?

Il dottore si accarezza il mento.

– La getterebbe nel camino, senza perdere tempo a guardarla bruciare.

– Si, forse.  – Risponde Holmes con gli occhi che fissano un punto lontano della stanza.

Bussano alla porta. Una donnina canuta di mezza misura, compare sulla soglia. Con passo da regina, raggiunge il tavolino dove i due sono seduti e vi posa un vassoio, dal quale sfoggiano una tazza di te e alcuni scoons ripieni.  

– Buon pomeriggio, dottor Watson non l’ho sentita entrare. Gradisce una tazza di te?

– Grazie, signora Hudson. E’ una gioia che si perde, una volta sposati.

– Ne avete guadagnate altre, ben più piacevoli. – Borbotta il detective accostando la pipa alla bocca. La donna a quelle parole diventa paonazza.

– Vado subito a prepararne un’ altra tazza.

Appena esce i due scoppiano in una chiassosa risata. Poi Holmes si fa serio.

– Che programmi ha, per questo fine settimana?

Il dottore si attorciglia la punta dei baffi e li preme ai lati della bocca.

– Tranne bere scotch e leggere il Times? Nessuno. Mary è fuori Londra per sbrigare alcuni affari di cui ignoro la natura.

– Quando conviene loro, le donne sanno essere misteriose. – Dice Holmes appoggiando la pipa sul supporto.

– Cosa, vorrebbe insinuare? Mary, gode di tutta la mia fiducia.

– Tuttavia si sarà accorto che i suoi weekend fuori città, si succedono con una periodicità fissa.

– E con questo? Sono sicuro che esista una spiegazione più che plausibile. – Ribatte Il dottore gesticolando con il bastone.

– Si, senza dubbio. La prego di perdonare la mia deformazione professionale. Non è un caso da risolvere. Quel che conta è che abbia il fine settimana libero da impegni familiari.

– Che progetti ha? – Chiede Watson dopo aver tirato un lungo respiro per riacquistare la calma.

– Non ha nostalgia dei vecchi tempi?

– Quando rischiavamo la vita per guadagnare qualche sterlina per pagare l’affitto? No.

Holmes si alza e spalanca la porta.

– Se è così che la pensa, la lascio tornare alla sua, incolore, vita familiare. Ma, se dovesse cambiare idea, l’aspetto al porto, venerdì alle ventidue. Conosce il Prospect?

Watson balza in piedi.

– Il Prospect? E’ un covo di contrabbandieri e prostitute malpagate.

– Quale miglior posto per ottenere informazioni?

– Informazioni su chi? – Chiede Watson allargando le braccia.

A Holmes gli riesce appena di schiudere le labbra che l’altro, solleva una mano e lo blocca.

– Non lo voglio sapere.  Arrivederci Holmes.