L’appuntamento

Un’alta carica della città non passeggerebbe mai senza scorta, all’interno della fitta ragnatela di vicoli della zona est. Basandosi su questa ipotesi, il sindaco Desmond, ha programmato l’appuntamento. Indossa un lungo cappotto con un cappello a tesa larga, che calato sulla fronte, nasconde nell’ombra una buona parte del viso. Ha dalla sua parte la pioggia. Cade fitta e inzuppa ogni cosa. Sono le prime ore, del coprifuoco da lui stesso istituito. Supera il Goddard e svolta l’angolo. Entra nel vicolo 81. La fitta rete di vicoli è numerata, per facilitare il lavoro d’intercettazione e archiviazione di dati e immagini, ai droni spia. Un’altra sua idea. A una ventina di metri da lui, illuminato dalla luce del lampione, una figura maschile dai lineamenti orientali, tocca con la punta della scarpa l’acqua in una pozzanghera. Desmond si blocca, l’acqua gli cade dalla tesa del cappello sugli stivaletti. Sorride e grida all’uomo.

— Ti vuoi tuffare? Non ti basta quella che sta cadendo dal cielo?

L’orientale ritira il piede e si volta.

— Perché hai voluto incontrarmi qui? E’ un suicidio entrare nella zona est senza scorta.
— Conosco il rischio che corro.

L’uomo si avvicina al sindaco.

— Cosa vuoi?
— Hai compiuto un atto imprudente.
— Di cosa stai parlando?
— Della chiavetta usb che hai dato al ragazzo. Sai cosa contiene?
— Sì. Ma tu come sai che gliel’ho data?

Il sindaco sembra non sentire la domanda.

— Potrebbe scoprire la verità da quella chiavetta.
— E allora?

Desmond corruga la fronte.

— Sei pazzo? Chaesar ci giustizierebbe tutti.
— Le bugie alzano un muro di rami che proteggono solo quando sono verdi. Poi seccano, e col passare del tempo, sono destinati a essere abbattuti, sotto i colpi dell’ascia della verità.
— Fottiti! Fottiti tu e i tuoi proverbi del cazzo. Stai mettendo in pericolo la vita di tutti.

Il sindaco fa un respiro profondo, riprende la calma, ma l’espressione del viso non cambia. Punta il dito verso il cinese.

— Anni fa feci un giuramento. Lo manterrò a ogni costo.
— Anch’io ho…

Il cinese accosta l’indice della mano destra alla punta del naso. Un sibilo si stava intensificando. Si guarda attorno.

— Presto! Là dietro.

I due si accucciano dietro una pila di sacchi d’immondizia. Il laser del drone scannerizza la zona, li sorvola e prosegue la sua corsa. Si alzano. Desmond si sistema il cappello e fa scorrere una mano dalla spalla, lungo la manica del cappotto.

— Questa volta ci è andata bene, ma se il giovane Miller scopre la verità, faremo tutti una brutta fine.

L’orientale osserva il volto dell’uomo, quasi invisibile sotto il cappello.

— Non posso impedire che il filo del destino si interrompa.

Volta le spalle al sindaco e s’incammina. Desmond lo guarda allontanarsi. Urla:

— Farò di tutto per impedirlo.

Il cinese continua a camminare. Senza voltarsi, solleva a mezz’aria il braccio sinistro e borbotta:

— Non puoi.