Non c’è nulla di così ingannevole come un fatto ovvio.
(Sir Arthur Conan Doyle)
Mentre Watson dorme sulla poltrona, Holmes esamina i fatti in ordine cronologico dalla lettera in poi. bussano alla porta e compare la signora Hudson, che puntuale come ogni mattina serve la colazione. Appoggia il vassoio sul tavolino, ne sistema il contenuto e si volta verso lo scrittoio al quale è seduto il detective.
– Ho fatto due biscotti all’uovo. Spero …
– Grazie, signora Hudson.
La donna esce con passo aggraziato. Appena la porta si chiude, Holmes si avventa sul dottore.
– Sveglia!
– Eh! Chi?
– La signora Hudson, ha portato la colazione.
Watson spalanca la bocca emettendo un verso animalesco.
– Appena avrà finito d’imitare un leone, la metto al corrente delle mie conclusioni.
Il dottore allarga le braccia per stirarsi.
– Holmes, non finirà mai di stupirmi. E’ anche spiritoso.
– Aspetti a stupirsi. Si tratta di una deduzione logica.
– Di cosa accidenti parla?
Holmes fa rimbalzare i polpastrelli di una mano contro l’altra.
– Sono sicuro che domani, avremo il primo cadavere.
– Cosa?
– Ricorda quello che diceva la lettera? Chiunque conosce l’esistenza del simbolo, sarebbe morto.
– Parla di Levi Scharef?
– Forse.
– Non ci ha detto niente.
Il detective si siede, afferra la pipa, e la scuote facendo cadere la cenere in un bidoncino. Apre la tabacchiera, pinza una piccola quantità di filamenti giallo rossicci e li saggia tra i polpastrelli. A piccoli pizzichi, riempie il fornelletto e preme.
– So il perchè della lettera. Qualsiasi cosa tenteremo. Sarà inutile.
Watson si prende la testa tra le mani e scuote il capo, come se degli insetti gli fossero volati tra i capelli. Gli occhi di Holmes diventano fessure.
– Se il signor Sharef morirà, sarà la prima volta che il mio intuito mi tradisce.
Holmes si alza dalla sedia e balza sul tavolino. Calcia il vassoio, i biscotti volano e le tazze s’infrangono, riversando il loro contenuto scuro. Sbatte i tacchi e si blocca.
– Holmes, è impazzito?
– Tutt’altro amico mio. So chi c’è dietro. Mi riferisco al mittente della lettera. Ignora il significato del simbolo e Inoltre scrive dell’esistenza di altri simboli, legati all’albero con gli occhi. E sa perché?
– Ebbene?
– Non esiste nessun altro simbolo.
– Ma la lettera dice…
– Niente! Non dice niente. E questo, mi fa supporre che voglia usare il mio genio, per arrivare ad altro.
– Perché tirare in ballo i simboli?
– Elementare. Un espediente per attirarmi nella sua rete e convincermi ad accettare il caso. Tutta la storia, è una volgare finzione.
– Quindi quell’uomo non rischia, di essere ucciso.
– Se ho ragione, no. Presto, andiamo dal rabbino. La finzione per essere credibile ha bisogno di fatti concreti.
– Potrebbe essere una trappola.
– È di sicuro, una trappola. Come dei topolini attirati dal formaggio, stiamo per farla scattare.