Sangue del suo sangue

Strana notte quella del trentuno ottobre. I festeggiamenti qui, sono molto diversi dal mio paese natale. Affascinante questa combinazione dell’intagliare zucche, con l’assumere sembianze di demoni, zombi, vampiri, serial killer e chi più ne ha ne metta. Devo però dire, che mi manca la semplicità della mia tradizione. Le giornate precedenti alla festa, passate a intagliare grosse rape, per farne lanterne. Qui è solo la notte che precede tutti i santi. Dove sono nata era molto di più. Era la fine dell’estate e l’ultimo giorno dell’anno. È stato bello finché non scoprii la verità su mio padre. Non potevo immaginare, è sempre stato così affettuoso. Pensavo che intagliare quelle lanterne fosse solo una maniera per festeggiare, non prendevo in considerazione il loro vero scopo. Una notte, era il trentuno ottobre, io ero già al calduccio sotto alle coperte, sentii un basso vociferare, provenire dal piano di sotto, dalla sala da pranzo. Mamma ci aveva abbandonato già da tre anni. Papà mi aveva spiegato che conosciuto uno straniero, se ne era innamorata; aveva deciso di partire con lui e noi, non l’odiavamo per questo. Di colpo i toni bassi, divennero folli urla rabbiose. Mio padre stava litigando con qualcuno. Di soppiatto, andai sulle scale e mi sporsi, finché non fu possibile comprendere le loro parole. Anche senza vedere chi fosse il secondo interlocutore, capii tutto. “Tu, in vita, mi hai ingannato già ben due volte. Prima convincendomi a trasformarmi in una moneta e ponendomi nel tuo borsello assieme a una croce d’argento, poi incidendo una croce sul tronco di un melo. Hai sacrificato nientemeno che la tua donna per ottenere il tuo scopo. Ricordi il patto Jack? Io ho rinunciato per sempre, alla tua anima. Ora vagherà in eterno nel sottile confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti.” A quel punto la voce di mio padre, si placò. Il tono divenne sottomesso. “Ma fa buio.” Un’agghiacciante risata, si propagò. “Tieni! Questo tizzone brucerà in eterno. Ponilo all’interno di una rapa intagliata. Ricorda. Alla tua stessa sorte, sarà destinata il sangue del tuo sangue. Poiché oggi è la notte del trentuno di ottobre, tu ogni anno in questa notte tornerai dal buio. Solo tra le famiglie che non avranno acceso almeno una lanterna, troverai rifugio. La loro anima mi apparterrà in eterno.” Da allora, mio padre non lo rividi più e io vago, per fortuna non nel buio, di città in città e di paese in paese, per scontare una colpa che non ho mai avuto. Non hai lanterne accese.