Il latitante

La pioggia cade copiosa con gocce che sferzano taglienti come lame. Il sole è svanito e una gigantesca massa caliginosa, sembra aver preso il posto del cielo. Pochi audaci si avventurano per le strade ogni giorno più pericolose. Nel giro di dieci anni la zona est della città è diventata un manifesto di degrado e di violenza. Alcuni incolpano l’amministrazione innegabilmente corrotta e succube, delle organizzazioni malavitose. Altri condannano il menefreghismo dei cittadini per la politica. “Non ti fidare dei libri leggi sui muri” è scritto su un palazzo dall’esterno consumato.

– Tutte stronzate! – Dice Coty. – Dovevate pensarci prima di regalare il potere a un pseudo sindaco corrotto.

Lui aveva combattuto e pagata cara la testardaggine nel difendere l’ideale. “La causa” la chiamavano. Sarebbe morto per sostenerla e morirebbe adesso, se solo ne valesse la pena. Purtroppo non c’era più nulla per cui battersi. La cattiva politica aveva vinto, eliminando ogni briciola di opposizione. Il sindaco Desmond aveva fatto uccidere chiunque non incentivasse la sua ascesa.

– Dannazione! Guardie armate, se mi vedono, faccio la fine di Delroy. Meglio entrare in questo viottolo.

Coty si addentra in un vicolo scarsamente illuminato dalle poche finestre accese.

– Salve. – Gli bisbiglia una voce. Per impulso si volta, ma non vede nessuno.

– Sono qui.

Abbassa lo sguardo. C’è un uomo sdraiato a terra, nascosto tra due cassonetti della spazzatura.

– Sono ancora là?

– Chi?

– Le guardie, ottuso ragazzo.

– Sì!

– Allora ti conviene nasconderti. C’è posto per tutti e due. Fuori dal vicolo potrebbero essercene altre.

Coty si siede tra i cassonetti.

– Cosa ci fa un ragazzotto in giro durante il coprifuoco?

– Mi è sfuggito l’orario.

– A nessuno scappa le nove di sera.

– Non mi pare.

– Voglio raccontarti una storia. Inizia con un momento di boom economico durante il quale tutti comperano qualsiasi cosa, dal piccolo oggettino a pochi soldi, alla costosissima oasi nel Pacifico. La gran parte degli imprenditori avvia investimenti sugli articoli più in voga, fino a impegnare tutto quello che possiedono. Le azioni di questi prodotti crollano e la nazione precipita nella crisi. Furti, rapine e omicidi si moltiplicano. Nessuno è in grado di mettere fine al vortice di violenza. Come un angelo dal cielo sbuca un uomo, che rovescia la situazione e si nomina unico cancelliere.

– Una bella storiella. Dovresti scriverla.

– Conoscevo tuo padre!

Coty, stringe i pugni ma mantiene un tono di voce calmo.

– Sta sbagliando persona.

– Fai bene a essere cauto. Tuo padre, l’assessore Brett, non lo è stato. Ha cercato di cambiare le cose troppo in fretta, aizzando i cittadini contro Desmond e Chaesar. La crisi era solo nell’aria e le persone non l’avevano ancora vissuta sulla pelle.

Coty si alza.

– Tu sei Coty Miller, il figlio dell’ex assessore Brett Miller. Condannato e giustiziato da una politica depravata e brutale. Hai militato con i ribelli, penetrando i sistemi di sicurezza dello stato e fornito loro alcuni dati segreti, che avrebbero potuto fare saltare la testa perfino al cancelliere, ma sono stati utilizzati in modo inadeguato da un gruppo di giovani esaltati. Possiedi il marchio dei sorvegliati.

Coty porta una mano alla spalla e si torna a sedere.

– Sai parecchie cose.

L’uomo intreccia le mani dietro la nuca.

– Basta favolette per questa sera. Faresti meglio a dormire anche tu. Mancano ancora parecchie ore al termine del coprifuoco.

Stanno facendo la loro comparsa i primi nastri di luce viola in cielo quando le voci iniziano a echeggiare nelle strade. Coty si solleva.

– Sveglia, il coprifuoco è finito. Meglio che nessuno ci noti. Si vede lontano un miglio che abbiamo passato fuori la notte.

L’uomo sbadiglia.

– Hai pensato a quello che ti ho detto?

– Chi sono lo sai ma chi sei tu, io non lo so.

– Il mio nome è Dixon, Abe Dixon. Ex assessore e fedele amico del tuo povero padre. Sono latitante dal giorno che è stato arrestato.

– Abe Dixon, si mio padre parlava spesso di te. Ti definiva un compagno di lotta.

– Ci puoi scommettere il tuo braccio tatuato che lo ero. Vieni con me, e te lo dimostro.

I due escono dal viottolo e percorrono diverse vie, abbassando il capo ogni volta che incontrano qualcuno, fino a un palazzo nel Brigham Harvey.

– Il quartiere più malfamato della città. Quale rifugio migliore per un latitante.

– Qui le guardie non osano metter piede. Persino i residenti tremano di paura quando alla sera rincasano. Questo posto detiene il record cittadino per gli omicidi.

– Una zona suggestiva.

– Non fare complimenti, entra.

– Che sudiciume! Da quando non apri le persiane? Sembra una fogna a cielo aperto.

– Onorato che ti piaccia. C’è un divano sotto quel mucchio di biancheria sporca. Sentiti padrone di casa.

Coty fa cadere tutti i panni e si siede sopra una chiazza.

– Perché mi hai portato qui?

– Perché credo in un mondo migliore, come molti altri. Ci serve il tuo aiuto per riprenderci prima la città e poi l’intero stato. Il nostro obiettivo è fare fuori tutti i membri del sistema. A partire dal primo cittadino Desmond fino al primo ministro Chaesar. So quanto desideri vendicare la morte di tuo padre.

– Anche se fosse, perché dovrei fidarmi di te?

– Lui l’ha fatto!

Coty tamburella con le dita sul bracciolo del divano.

– Che cosa vuoi?

– Che tu entri nel sistema informatico della SSC e scarichi ogni dato che è contenuto nei loro server. Anche quelli più insignificanti: persone al servizio del sistema e di quelle che lavorano o hanno lavorato per loro. Voglio sapere tutto di quelli che hanno a che fare con quelle serpi.

– Mmm… ficcare il naso nel sistema del servizio segreto della cancelleria… divertente! Ho bisogno di un computer e un servizio di rete. Come sorvegliato, non posso certo comprarlo.

– Non è un problema. Conosco individui nel settore che si farebbero uccidere per la causa. Non mi cercare, ti trovo io.

Coty si alza e se ne va, senza lasciare il tempo ad Abe per altri accordi.