Il traditore

Un flusso luccicante discontinuo dal video pubblicitario in strada, tinteggia la stanza e il sibilo dei droni rintracciatori, disturba di tanto in tanto il silenzio del coprifuoco. Sdraiato sul letto Coty fissa il soffitto. Una ragnatela grigia ciondola, al tenue soffio dell’aria della sera. Il giovane chiude gli occhi.

— Vorrei che fossi qui. Potresti convincermi che sto facendo la cosa giusta.

Un parlare sottovoce viene dall’esterno.

— Solo le guardie, possono girare in libertà a quest’ora senza essere polverizzate dai droni. Feng. Hong.

Coty si lancia dal letto. Spalanca la porta. Il cinese è in piedi di fronte a lui, la testa china e tra le mani, stringe una vecchia pistola laser.

— Feng, stanno arrivando le guardie, mettetevi al riparo. Aspetterò che siano entrate, poi…
— No, Coty, mi spiace.

Il ragazzo china lo sguardo e le braccia gli cadono lungo i fianchi.

— Le hai chiamate tu? Perché?
— Tutta colpa tua e di tuo padre. Maledetto il giorno che l’ho conosciuto. Avevo un ottimo lavoro. Quando hanno scoperto che lo avevo aiutato, sono stato licenziato e non ho potuto pagare le cure di cui aveva bisogno la mia Yin. Poi Delroy. Tu, con la tua stupida “causa”. Lo hanno torturato e ucciso, senza che muovessi un dito per salvarlo.

Coty contrae i muscoli e cade in ginocchio.

— Perdonatemi.
— Ho provato. Dio sa, quanto.

Accompagnati da Hong, quattro uomini in divisa, gli si parano davanti e puntano le armi. Il ragazzo rimane fermo. Uno gli afferra il mento, gli scaglia all’indietro la testa e compara il viso con quello dell’immagine inviata in un piccolo portafoto digitale.

— È lui.

Lo fanno alzare e con una larga fascia magnetica gli immobilizzano mani e busto. La prima guardia, si rivolge ai due cinesi con un piccolo inchino.

— Grazie, per la collaborazione.
— Ci avevate promesso una ricompensa.
— Perdonate la mia leggerezza. Tenente gli dia quello che meritano.

L’uomo alza l’arma e un raggio abbagliante investe i due orientali. I corpi di Feng e Hong si trasformano in neri tizzoni fumanti. Coty li guarda cadere, le ossa si frantumano, i vestiti bruciano e con uno sfrigolio si ritirano. Una delle guardie pesta i resti. Le altre, colpiscono con pugni e calci il corpo del giovane che finisce sul pavimento.


Quando Coty apre gli occhi, Sono impastati da un cocktail di lacrime e sangue. Si trova a terra appoggiato a una parete. Su una seggiola davanti a lui, un uomo ben vestito con lunghi capelli grigi e barba ben rifinita, lo osserva.

— È un piacere averti qui Coty.

Il ragazzo stringe i denti e sputa sul pavimento una spuma rossiccia.

— Se ci teneva tanto, bastava che m’invitasse.
— Scusa il caratteraccio dei miei uomini. Sono addestrati per altro genere d’individui. Dopo la scappatella sotto alla metro, non mi hai dato molta scelta.

Coty fa forza contro il muro e con un colpo di reni si mette seduto.

— Non so di cosa stia parlando.
— Via, siamo abbastanza intelligenti per sapere entrambi, come sono andate le cose.
— Quello che so, sindaco è che ha fatto ammazzare due persone innocenti.
— Caro ragazzo, a questo mondo nessuno è innocente. Poi, perché te la prendi tanto? Loro ti hanno venduto.
— Loro, avevano mille ragioni per farlo, voi nessuna per ucciderli.
— Stupidi moralismi. So quello che stavi per compiere.
— Me lo dica allora, perché io non so nulla.
— Volevi intrufolarti nel sistema di sicurezza della SSC, per indagare su un progetto segretissimo.
— Mi ritiene uno stupido?
— Non tanto da ammetterlo. Ti sei mai chiesto perché tuo padre fosse considerato tanto pericoloso dal cancelliere?
— Per la sua caparbietà nell’aiutare le persone che sua eccellenza, deruba e condanna a morire di fame, con furti in nome della legge. Tasse le chiama.
— Questo è quello che ti hanno fatto credere. “Praeventionis.” Tu vuoi risposte. Io posso fornirtele in cambio di un piccolo favore. Naturalmente sono disposto a passare sopra all’incidente con il pulitore.
— Le ripeto, che non so di cosa stia parlando.
— Allora parliamo di Danita. Splendida ragazza.

Coty solleva lo sguardo e i grandi occhi scuri, diventano piccole fessure.

— In questo momento è con un’amica.

Il ragazzo stringe i denti in silenzio.

— Sei ostinato. Ma cambierai idea.

Il sindaco si alza dalla sedia, cammina verso la finestra e fissa la baia. Coty si appoggia su un fianco per alzarsi, ma ricade a terra.

— Non ti reggi in piedi e vorresti rovesciare un sistema, che fonda le sue radici nella storia. Ti sto offrendo la verità di questo schifo di mondo su un piatto d’argento. Accetta, o farò patire alla tua sgualdrina, le stesse pene che ha sofferto quell’idiota del tuo amichetto Delroy.
— Hai vinto, starò al gioco, ma verrà il giorno che urinerò sul tuo cadavere.
— La vendetta può aspettare. Ti assegnerò alle cure di un’amica. Ti leccherà le ferite. Appena ti sarai ripreso, ti riporterà qui. Solo allora conoscerai il tuo compito. L’opinione pubblica, saprà dal telegiornale che sei stato arrestato, per violazione del coprifuoco. Sei un sorvegliato e anche la più piccola infrazione, viene punita con la reclusione. Gradirai molto il periodo di convalescenza. Afya è un’infermiera unica. Ah, un ultima cosa. Avrai un drone rintracciatore dedicato. Se cercherai di scappare, ti polverizzerà.

— Come faccio a sapere che Danita sta bene?
— Devi fidarti della mia parola. Sono il primo cittadino è mio obbligo dare il buon esempio. Adesso se vuoi scusarmi, devo occuparmi di un affare urgente. Tra qualche minuto arriveranno i miei uomini a prenderti.

Il sindaco esce dalla stanza, Coty chiude gli occhi e abbandona la testa sulla spalla.