Feng

— Hong, sono a casa.

Uno scodellare di tegami viene dalla cucina. L’uomo raggiunge la compagna e improvvisamente si blocca.

— Coty?
— Ciao Feng.

Coty indica con un cenno del capo i numerosi recipienti sparsi.

— Gli affari, come vanno?
— Ogni giorno che passa bisogna stare più attenti. Tu?

Coty solleva un contenitore di vetro e ne odora il contenuto.

— Mi hanno incastrato.
— Cosa? Andiamo a sederci di là, così mi racconti tutto.

Feng accosta le tende del salotto e fa accomodare Coty su una poltrona dal tessuto liso.

— Giorni fa ho incontrato un tipo che sostiene di essere l’ex assessore Dixon. Mi ha trascinato in un malridotto monolocale nel Brigham. Una volta lì mi ha proposto di perforare il sistema di sicurezza informatico della cancelleria.
— Non avrai accettato.
— Ha nominato mio padre.
— Lo conosceva?
— Così ha detto.

Feng si grattugia la testa con le mani.

— È stato lui a incastrati?
— Mi ha messo in tasca un portatile e dato appuntamento in un deposito abbandonato sotto Ferdie street e…
— E?
— E al suo posto si è presentato un pulitore.
— Si mettono in moto solo per ordine dell’autorità di zona.

Coty stringe i pugni.

— Sembrava sincero. Mio padre si fidava di Dixon. Erano compagni di lotta. Io non l’ho mai incontrato. Quell’uomo potrebbe non essere lui.
— Resta la faccenda del pulitore. Ti vogliono morto. Cosa pensi di fare?
— C’erano dei vecchi giornali la sotto. Ignoro il motivo ma il titolo di un articolo mi tormenta. Praeventionis.
— Praeventionis?
— È latino. Il significato è prevenzione. Deve trattarsi di un esperimento o qualcosa di simile.
— Ho già sentito quel nome. Quando andavo all’Università.
— Lo conosci?
— No. Solo voci di corridoio.
— Sono sicuro che ha un legame con quello che mi sta succedendo. Devo saperne di più. Penetrerò nel sistema della S.S.C.
— Ti rintracceranno. È quello che aspettano.
— Possibile.

Feng gonfia le guance e lascia uscire l’aria con un lungo sibilo.

— OK. Serve un computer e qualche altra cosetta che ti assicuri l’anonimato.
— Non voglio coinvolgerti.
— Lascia stare. Hai un posto dove nasconderti?
— Una ragazza qui nell’est ma, non voglio metterla nei guai.
— Resterai qui.
— Grazie, Feng.
— Hai fame?
— Hong cucina ancora quello splendido Hong Shao Rou in salsa di soia, che ti ha fatto innamorare?
— Guai, se smettesse di farlo.

I due scoppiano a ridere. Un’odore appetitoso giunge nella stanza seguito dalla voce di Hong.

— A tavola.

Feng alza un dito al soffitto.

— Meglio non farla aspettare.

Vanno in cucina e si siedono. Feng odora il piatto.

— Yuxiangqiezi! Coty dobbiamo tutto questo a te.
— L’aspetto è magnifico.
— Ti garantisco anche il sapore.

Coty pianta la posata nel piatto e inforca un grosso pezzo.

— Davvero delizioso. Cosa sono melanzane?

Hong siede di fronte ai due e sorride. Feng descrive il piatto.

— Melanzane cotte con aglio, zenzero, chili e cipollotti.
— Un incrocio di sapori riuscito a meraviglia. Sono contento che tra voi le cose non siano cambiate.
— Tranne i capelli grigi.
— Se non eri tu a dirmelo non li avrei notati. Hong sembra una ragazzina.

Le guance di Hong si colorano di rosso.

— Lo fa apposta tesoro. Il suo vero scopo è farti preparare l’Hong Shao Rou.

Coty ride. Poi improvvisamente il sorriso sparisce dalle labbra.

— Grazie, per quello che state facendo per me.

Hong lascia il tavolo e va verso la dispensa. Feng osserva per qualche istante Coty.

— Su di noi potrai sempre contare, sei un nipote.

Il ragazzo abbassa lo sguardo.

— Io, non posso sostituire Delroy.
— Nessuno può sostituirlo. Yan l’ha partorito, barattando la sua vita con quella di Del, lui era nostro figlio. Quando le guardie armate lo hanno catturato, torturato e ucciso, è stato come se la nostra Yan fosse morta una seconda volta. I nostri capelli si sono tinti del dolore e della rabbia. Tu puoi capire. A te hanno strappato l’amore dei genitori, a noi quello di nostra figlia e nostro nipote.
— È stata colpa mia. Non avrei dovuto coinvolgerlo con la storia della causa.
— Eravate come fratelli. Non potevi impedirglielo. E prima che tu aggiunga un’altra parola, sappi che non puoi tenere lontano neanche noi.

Hong posa sul tavolo un vassoio che contiene una bottiglia senza etichetta e alcune tazzine di porcellana blu. Feng versa il giusto contenuto in ogni ceramica.

— Prima gli ospiti.

Coty prende una tazzina e la solleva.

— Ai nostri cari.

Appena bevuto, spalanca la bocca e si batte una mano sul petto.

— Che roba è questa. Brucia.

Feng scoppia in una fragorosa risata.

— È il migliore, anzi l’unico e originale Baijiu che trovi in commercio. Distillato personalmente nella nostra cantina.
— Non sarà lo stesso che contrabbandi.
— Proprio quello. E credimi, i clienti ne vanno pazzi.
— Beh, sappi che è come bere solvente.

I due scambiano qualche battuta, poi Feng accompagna Coty nella stanza che un tempo fu di Delroy e lo lascia solo.