Il sindaco

— Dovevi ucciderlo!
— Ha fallito il pulitore. Risponde l’uomo in ginocchio.
— Ti sei forse ammorbidito pensando al passato?
— Sa quanto lo odiavo.
— Allora perché non hai accoppato suo figlio al primo incontro?
— È un sorvegliato con molte conoscenze tra i bassifondi della città. Quel bastardo di suo padre ha salvato dalla fame parecchi balordi. Se lo avessi assassinato in campo aperto, avrebbe fatto scoppiare una rivolta difficile da contenere. Mi lasci fare a modo mio, sindaco. Glielo toglierò di torno per sempre.

Il sindaco gonfia le guance, chiude gli occhi e sfiora un quadrante luminoso sul piano della scrivania.

— Portalo dentro!

Entrano due individui. Uno bendato, le mani legate da una fascia. Il sindaco apre un cassetto e tira fuori una grossa torcia.

— Ti starai chiedendo chi è quest’uomo. Non ha nessuna importanza. Lui non esiste. Si è ribellato al suo padrone. Se fosse rimasto nella piantagione dove lavorava, sarebbe stato legato a un palo e gli avrebbero inferte non meno di cento frustate. Ma noi, siamo generosi, e non vogliamo farlo soffrire frustandolo.

Punta l’arnese verso il prigioniero e un piccolo puntino blu gli compare sul petto. Pochi secondi dopo, senza emettere un lamento, la testa gli ciondola in avanti e si trascina dietro tutto il corpo. L’uomo giace sul pavimento immobile, solo una piccola bruciatura all’altezza del polmone sinistro.

— Miracoloso, vero? Un’arma così piccola ma tanto potente. Pensa, un laser portatile, creato per gli appassionati dei film di fantascienza. Per il momento terrò nascosto gli ultimi avvenimenti al cancelliere. Ha già i suoi grattacapi con alcuni incidenti diplomatici.
— Si ho seguito la vicenda. Bisogna stare attenti con simili organizzazioni.
— Sono perditempo che si battono inutilmente contro il potere. Come quello stupido di Coty Brett.
— Il ragazzo non è che un pro-democratico, mentre la vittima era un osservatore dei diritti umani. C’è differenza.
— Ha, sembra di sentire un discorso del vecchio Brett. Non esiste nessun diritto e lei lo sa. Il genere umano si divide tra chi ha il potere e chi no. La scienza ha creato il mondo nel quale viviamo e non gli ideali. Tutto è stato calcolato nei minimi particolari, sin dall’inizio. Ogni rivoluzione, piccola sommossa ha partorito eroi e pensatori, senza far sapere loro chi li aveva davvero creati. Il vecchio stupido tentò di uscire dall’organizzazione e svelare la nostra esistenza. Venne ritenuto dal supremo una minaccia e fu eliminato. Ora suo figlio deve fare la stessa fine.
— Dobbiamo fargli commettere un’azione che sollevi lo sdegno del popolo.

Il sindaco distoglie lo sguardo.

— Si alzi! Non mi interessa come, ma lo faccia sparire. Ha tempo due giorni.

L’uomo si congeda ed esce dall’ufficio. Un ologramma di colore azzurrato si materializza al centro della stanza e le fa assumere lo stesso colore. Il sindaco s’inginocchia e porta una mano al petto.

— Mea Chaesar.
— Come procede il commercio nelle piantagioni di canna di zucchero?
— Senza intoppi, mio signore.
— E quello schiavo in terra?
— Ha colpito uno dei guardiani della piantagione di Benton.
— Da quando in qua giustiziamo deportati dal quattordicesimo secolo?
— Lei ha ragione, ma…
— Mi sta contraddicendo Desmond?
— Non oserei.
— Buon per lei! Faccia riportare quel corpo alla piantagione, lo faccia frustare e appendere dove tutti lo possano vedere.
— Sarà fatto, cancelliere.
— Desmond? Nessuna iniziativa.

L’ologramma accenna un leggero tremolio e svanisce. Il sindaco si rialza, riprende posto alla scrivania, gonfia il petto e sputa fuori l’aria. Sfiora un quadrante luminoso e da un piccolo modulatore vocale posto sul piano risponde una voce di donna.

— Comandi, signor sindaco.
— Fai entrare Cy.

Prima che interrompesse la comunicazione, un colosso color bronzo, entra e s’inginocchia.

— Prendi quel fottuto schiavo e riportalo dove l’hai trovato. Fagli dare tante frustate finché il suo sangue non nasconderà il foro del laser e poi fallo appendere nel punto più vicino a dove quei vermi mangiano. Vai.

L’uomo si alza, carica sulle spalle il corpo ed esce. Il sindaco inspira e lascia che l’aria esca piano vuotando i polmoni. Afferra il terminale portatile e digita alcuni numeri.

— Ayelén? Desmond. Ti ricordi del piccolo favore che ti feci? Ho io un piacere da chiederti che ti frutterà qualcosina. Ti aspetto nel mio ufficio. Ah… Mettiti qualcosa di provocante.

Appoggia il terminale e sfiora il quadrante luminoso.

— Sì, Signor sindaco?
— Cancelli ogni appuntamento per oggi. Tra non molto dovrebbe arrivare una femmina di bell’aspetto. La faccia entrare e disconnetta il modul di comunicazione. Per nessun motivo voglio essere disturbato.
— Bene.

Dall’altoparlante esce una risatina maliziosa. Il sindaco si appoggia all’indietro e incrocia le mani all’altezza del petto.

— Ottimo, penserà che Ayelén sia qui per il mio perverso desiderio sessuale.

I raggi radenti del sole tagliano con luce morbida le acque della baia quando una ragazza entra nell’ufficio. Il sindaco le si avvicina e le scioglie i capelli facendoglieli pendere, come fili di cotone biondo, sulle spalle e sul seno quasi nudo. Lei sorride, fa cadere una alla volta le spalline del vestito e lascia che l’uomo le infili una mano sotto. Le strizza una natica e lei solleva una gamba. Il sindaco l’afferra, le alza l’altra e la solleva da terra. L’appoggia sul piano della scrivania, si cala i calzoni e le monta sopra. La ragazza con una mossa fulminea lo rigira e si ritrova sopra di lui. Dopo averlo fatto più volte ripassando ogni posizione che conoscevano, è Ayelén a parlare per prima.

— Non mi hai chiamata solo per fare sesso.

Il sindaco si ricompone e si accomoda sulla poltrona. Lei, nuda sulla scrivania accavalla le gambe

— No, purtroppo. Voglio che stai alle costole a una persona e che mi riferisci. Devi avere con lui un contatto diretto. Usa tutto il tuo repertorio di giochini sessuali, si fiderà ciecamente di te e ti racconterà qualsiasi segreto.

— Chi è il fortunato?

Il sindaco proietta un’immagine sulla parete di fronte.

— Si chiama Abe Dixon. Ogni giorno pranza al Goddard sulla Osmund. Il padrone del locale è un amico. Presentati a mio nome, avrai un impiego come cameriera. Questi sono per le spese.

La ragazza si riveste, sfiora con la sua bocca quella del sindaco e lascia l’ufficio.